LA MOSTRA
IN BIANCO E NERO: SGUARDI SUL SET è il titolo della mostra che raccoglie più di 50 scatti realizzati sui set cinematografici seguiti da Monica Chiappara come fotografa di scena.
Privo di grafismo ma carico di sfumature, il bianco e nero degli scatti presentati è la scelta stilistica e visiva del suo personale approccio fotografico al set. La ricerca dello scatto oltre la scena girata, oltre il ciak catturato dalla cinepresa. Nel gioco delle parti, del set cinematografico, la fotografa assume in qualche occasione il ruolo registico di chi, grazie ad uno strumento di acquisizione delle immagini, non rimane passivo davanti al divenire della messa in scena dell’opera filmica. Il punto di osservazione come fotografa di scena, per Monica Chiappara, è sempre stato motivo di curiosità visiva, l’opportunità di cogliere con la macchina fotografica quell’attimo, che è uno sguardo o un gesto sospeso, l’istante che precede o segue l’azione filmica, che è ancora “realtà del reale” prima che diventi “realtà del racconto”. L’illusione che diventa sogno. La magia del cinema e della fotografia che ne è la luce.

LA STAMPA FINE-ART
Il procedimento di stampa adottato per le foto che hanno fatto parte della mostra segue il criterio della stampa Fine-Art su carta baritata ai sali d’argento secondo la metodologia di Ansel Adams.
La brillantezza e la profondità conferita alle immagini, grazie alla stampa Fine-Art, restituiscono la fedeltà dello scatto fotografico mediante una gamma tonale estesa.
Serie a tiratura limitata:
La serie a tiratura limitata viene sottoposta ad un viraggio conservativo al selenio, per garantire una maggiore stabilità e durata della stampa nel tempo.
Stampe Fine- Art:
Il Laboratorio di Bruno Nardini (To)
____ foto backstage © Anna Carpino

Passepartout conservativo,
cornici con vetro polarizzato antiriflesso UV70,
montaggio opere:
Silvio Zamorani (To) ____

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INTRODUZIONE ALLA MOSTRA
a cura di Antonio Maraldi
E' davvero uno strano ruolo quello del fotografo di scena (termine desueto, sarebbe più indicato fotografo di set o fotografo di cinema, ma continua ad essere usato normalmente, anche nei titoli di coda), un isolato nella troupe, quasi un corpo estraneo. Lavora a parte e deve rendere conto del proprio operato quasi unicamente all'ufficio stampa (e in qualche caso al regista). Se la fatica dei membri della troupe presenti sul set (dal direttore della fotografia ai macchinisti, dagli elettricisti al reparto trucco e parrucco) partecipa a vari livelli al film nel suo farsi, il lavoro del fotografo di scena non incide per nulla. Potrebbe anche non esserci (ed è un ipotesi oggi avvallata da qualche direttore della fotografia). Un tempo la sua presenza era comunque imprescindibile, anche perchè le fotografie avevano una notevole importanza nella promozione del film, sia attraverso le fotobuste e le locandine sia per la pubblicazione sui vari organi di stampa, rotocalchi o quotidiani in particolare.
Oggi le cose sono decisamente cambiate, l'aspetto promozionale passa ormai attraverso altri canali e altre modalità. Eppure, paradossalmente, la sua importanza non si è sminuita. Anzi. In un contesto come quello odierno in cui si è sommersi da milioni di immagini, trovarne qualcuna che sia capace di farsi memoria diventa sempre più necessario. Ed è a questo compito che è chiamato oggi il fotografo di scena: diventare reporter del set (a cui si chiede, tra l’altro, l’invisibilità). Un reporter chiamato  a documentare le scene e i volti degli interpreti principali e, nello stesso tempo, a catturare i momenti sospesi e quegli attimi in grado di restituire clima e atmosfera del film. Inoltre, non avendo più l'obbligo del punto macchina, il fotografo ha la possibilità di costruire un proprio percorso visivo, mosso da intuito, gusto e curiosità. Qualità che Monica Chiappara ha dimostrato di possedere nel corso del suo cammino professionale.
Lo testimoniano bene le foto in bianco e nero di questa mostra, frutto di uno sguardo che, forte di una sicura tecnica, sa cogliere istanti ed espressioni inattesi.


Brian Eno
Lightness: Music for the Marble Palace – The State Russian Museum, St. Petersburg
1997
Opal Records

Tracklist:
01. "Atmospheric Lightness" - 00:00
02. "Chamber Lightness" - 30:40

“Guardare oltre i confini della singola inquadratura di una scena per cogliere l’illusione della realtà che sta per raccontare lo sguardo trasversale della macchina da presa.”___ M.C.     
credits video:
video exhibition and IPhone timelapse: Monica Chiappara___
___Thanks to Fine Art Images Gallery. Chieri


/Avant le cinéma _____“Et puis ce soir on s’en ira  _____“Au cinéma Les Artistes que sont-ce donc _____“Ce ne sont plus ceux qui cultivent les Beaux-arts _____“Ce ne sont pas ceux qui s’occupent de l’Art _____“Art poétique ou bien musique _____“Les Artistes ce sont les acteurs et les actrices _____“ Si nous étions des Artistes _____“Nous ne dirions pas le cinéma _____“Nous dirions le ciné _____“Mais si nous étions de vieux professeurs de province _____“Nous ne dirions ni ciné ni cinéma_____“ Mais cinématographe _____“Aussi mon Dieu faut-il avoir du goût”. / Prima del cinema_____ “E poi questo pomeriggio andremo al cinema _____ Gli artisti di adesso __ Non sono più quelli che coltivano le Belle Arti __Non sono quelli che si occupano di Arte _____Arte poetica o musicale _____ Gli artisti sono gli attori e le attrici _____ Se fossimo artisti non diremmo “cinéma” _____Diremmo “ciné”_____Ma se fossimo vecchi insegnanti di provincia _____Non diremmo né “cinéma” né “ciné” _____ Ma cinematografo _____ Inoltre, mio ​​Dio, occorre avere un po’ di gusto”. / BEFORE THE CINEMA _____ And then this evening we shall go to the cinema _____Artists: what are they therefore?_____ They are no longer those who cultivate the “Fine Arts”_____They are not those who occupy themselves with “Art” Poetic art or even music _____ Artists are actors and actresses If we were artists _____We would not say “the cinema” _____We would say “the ciné” _____ But if we were some old professors from the provinces  _____We would say neither “ciné” nor “cinema” _____ But rather “cinematograph” _____ "Also, my God, one needs to have some taste."

Guillaume Apollinaire: Avant Le Cinema__1931
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